| |
Apache |
Crittologia Beale |
Moderatore
Registrato dal: 13/2/2006
Interventi: 4838
Da:
Livello: 51
|
|
Nel 1817 un certo Thomas Jefferson Beale e la sua compagnia di 30 uomini si misero a inseguire un'immensa orda di bufali a circa 250 miglia a nord di Santa Fé. Si accamparono per la notte in un piccolo burrone e alla luce dei fuochi qualcosa brillò nelle rocce: oro! Per diciotto mesi Beale e gli altri scavarono oro e argento in quantità . Poi, nel novembre del 1919, essi tornarono in Virginia e lì nascosero mezza tonnellata d'oro e quasi due tonnellate d'argento in una fossa profonda un paio di metri nella contea di Bedford a circa quattro miglia da Bufords. Due anni dopo Beale aggiunse al deposito poco meno di una tonnellata d'oro, mezza tonnellata d'argento e 13000 dollari in gioielli. Poi ripartì per il West. Non tornò mai più. Ma aveva lasciato una cassetta, chiusa a chiave, a un certo Robert Morris, un taverniere che teneva in gran conto per la sua onestà : gli aveva dato istruzioni di aspettare dieci anni il suo ritorno; poi avrebbe potuto aprire la cassetta. Morris aspettò più di vent'anni prima di decidersi a far saltare la serratura. Trovò diversi fogli coperti di numeri e due lettere, indirizzate a lui. Beale vi raccontava la storia della scoperta dell'oro e lo invitava a dividere il tesoro in 31 parti uguali: una per sé e una da consegnare al parente più stretto di ciascuno dei suoi trenta uomini. I crittogrammi celavano i nomi di costoro e spiegavano dov'era nascosto il tesoro. Nelle lettere, poi, Beale annunciava l'arrivo della chiave, che invece non si era mai vista. Morris si mise al lavoro per risolvere i crittogrammi. Non ci riuscì. Dopo anni e anni di inutili tentativi divise il segreto con James B. Ward, della contea di Campbell in Virginia, che tentò a sua volta di leggere i messaggi. Finalmente riuscì a penetrare il cifrario del documento contrassegnato col numero due, che specificava l'ammontare del tesoro e come e quando Beale l'aveva sepolto. Ma non diceva dove. Il messaggio si concludeva così: Il documento numero uno descrive la posizione esatta del sotterraneo, perciò non si avranno difficoltà a trovarlo. La chiave del documento numero due era racchiusa nella Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti d'America. Beale aveva numerato ogni parola da 1 a 1322 e aveva usato quel numero come equivalente di cifra per la prima lettera della parola. Ma la Dichiarazione d'Indipendenza non forniva la chiave per il crittogramma del documento numero uno, quella chiave così disperatamente ricercata. Il documento era un messaggio numerico di 496 gruppi dall'1 al 2906, con una moderata quantità di ripetizioni. I decrittatori - o per essere più precisi gli aspiranti tali - lo hanno attaccato più volte, tentando con la Costituzione, con questo o quel libro della Bibbia, con Shakespeare. Inutilmente. Ne fu mandata una copia ai Riverbank Laboratories di Fabyan, ma la soluzione non arrivò mai. Nel 1964 il dottor Carl Hammer di Washington programmò elaborati testi statistici su un Univac 1107 per determinare le caratteristiche del crittogramma. Tra le altre cose, scrisse, ho analizzato la distribuzione dei numeri, le loro somme e persino gli schemi autoregressivi da 2 a 100. Tutto ciò gli ha confermato che il documento numero uno è cifrato nello stesso sistema generale di quello numero due. Ma Hammer non ha risolto il crittogramma. L'uomo che ci riuscirà otterrà la più alta ricompensa mai offerta dalla criptoanalisi.
--
|
|
»12/1/2007 12:18 |
|
|
Utenti online: 1 Utenti stanno visitando questo forum
|
|
Ci sono 1 utenti online. [ Amministratore ] [ Moderatore ] 1 Utenti anonimi 0 Utenti registrati: |
|
| Non puoi postare. Non puoi rispondere. Non puoi modificare. Non puoi cancellare. Non puoi proporre sondaggi. Non puoi votare nei sondaggi. Non puoi inserire file allegati.
|
|
|
|
Privacy Policy
Personalizza tracciamento pubblicitario